Laboratorio poetico sull’ascolto a cura di Leonora Cupane
GENOVA, 8 e 9 giugno 2013.
L'altro giorno a ristorarmi | stavo sotto cupe fronde | e un sommesso ticchettio | cadenzato udii, piacevole. | Mi adirai, feci le smorfie | ma alla fine pur cedetti | ed anch'io come un poeta |
cominciai a far tictac.
(F. Nietzsche, Sentenza d'uccello)
In questo laboratorio proveremo a intrecciare,e in alcuni casi a fondere, due esperienze: ascoltare poeticamente e raccontare in forma poetica le nostre esperienze di ascolto.
La prima esperienza è la più e spiazzante, perché ha a che fare con la ricerca di una qualità inusuale di ascolto, che prenda in considerazione la dimensione sonora del linguaggio. Le parole,
infatti, non sono solo significato logico, hanno una corporeità: sono emissione sonora, respiro, ritmo, hanno luminosità, colore, spessore. Nell’infanzia si è capaci di gustare pienamente questo
aspetto sensoriale del linguaggio, ogni parola del bambino è profondamente radicata nella sua esperienza corporea; ma la prevalenza, nella nostra cultura, della logica e dell’argomentazione
razionale,spazza via il piacere sonoro, la musica profonda e la consistenza carnale del linguaggio a favore del concetto astratto, e il nostro parlare e ascoltarci diventa astratto e
automatizzato.
La poesia è una via per ridare la parola al corpo, poiché tenta la riconnessione profonda fra l’aspetto sensoriale della lingua e quello concettuale. Se ci apriamo a un ascolto non solo dei
significati ma anche della dimensione sonora, questa si espande imprevedibilmente e ci rivela ricchissimi segreti. Ascoltare poeticamente significa espandere la nostra sensibilità alla globalità
di quel che ci è comunicato, dunque prendersi cura del linguaggio in ogni suo aspetto, in modo attento, lento, rispettoso e ricettivo. La poesia stessa, in fin dei conti, è una forma d’ascolto,
che, come afferma Maria Zambrano, richiede un innamoramento profondo e non giudicante per la realtà.
Proveremo ad ascoltare non soltanto con le orecchie, ma con gli occhi, le mani, il naso: con tutti i sensi.
La poesia sarà quindi il mezzo espressivo per rievocare e raccontare le nostre memorie di esperienze d’ascolto dato e ricevuto lungo tutto l’arco della nostra vita e per ridefinirle tramite
immagini metaforiche e forme ritmiche, ma sarà anche lo strumento per trasformare il nostro modo di ascoltare, così da diventare ascoltatori più capaci, ampi e creativi.
Infine, ci porremo domande sulla natura dell’ascolto e su come oggi ascoltiamo, ci ascoltiamo e siamo ascoltati, ma anche sull’esperienza della mancanza di ascolto, provando a dare risposte che
non incasellino le esperienze, bensì generino fertili interrogativi che trovino accoglienza nell’esperienza etica ed estetica della poesia.
Il laboratorio è aperto anche a chi non ha dimestichezza con il linguaggio autobiografico e/o poetico.
Date: 8 e 9 giugno 2013
Orari: sabato dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18; domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30.
Sede: Circolo “Angeli delle mura”, Salita al Forte Crocetta 2, 16149, Genova Sampierdarena
Costo: 110 euro